Sport Invernali
Federazione Sammarinese Sport Invernali
Le abbondanti nevicate che nei primi Anni Venti imbiancano il Titano suggeriscono a un gruppo di audaci sammarinesi di improvvisarsi sciatori. L’ «attrezzatura» è particolarmente casereccia: sco ricavati dalle doghe delle botti, streti alle caviglie con uno spago robusto. Turiddo Guardigli è il più abile dei «costruttori»: i suoi sci fanno invidia, anche se assomigliano un pò troppo a delle babbucce orientali. Il pioniere per eccellenza è però Giovanni Bonelli, ai giorni nostri avvocato e Console di San Marino a Genova.
Racconta Bonelli: “Nel 1927, non ricordo come, mi capitò tra le mani un paio di sci norvegesi di ottimo legno hickory, molto pesanti e di forma piuttosto singolare: erano lunghi solo 160 cm, con le punte notevolmente rialzate a forma di lancia. Gli attacchi consistevano in un complicato intreccio di liste di cuoio con varie fibbie e le racchette, come all’ora le chiamavamo, erano di canna di bambù, alte quanto gli sci e con alla base un puntale d i ferro alto 10 cm, sormontato da una rotella di 20 cm di dimetro di sottili canne di bambù. L’età di tutta quella attrezzatura risaliva ai primi anni del ‘900, probabilmente un residuo della guerra del 1915-18.”
Con gli sci del generoso Bonelli fecero pratica quell’inverno un po’ tutti agli appassionati locali.
L’anno seguente erano già in molti a possedere un’attrezzatura decente. Gli sciatori, a cui la Gendarmeria ha posto il «veto» di esibirsi per le strade, si riversarono sui campi che da Borgo scendono verso Domagnano e Serravalle (ritorno in trenino), sulla collinetta di «Fabbrica», sul tratto che dalla II Torre giunge fino alla Porta della Fratta. Dapprincipio la «novità» viene accolta abbastanza male dai proprietari delle… piste (come dire contadini che inseguono armati di forconi gli sciatori). Ma nel febbraio del 1930, questi precursori dello sport invernale si riscattano, diventando altresì dei benemeriti. E’ l’anno del «nevone»: San Marino è coperta da quasi due metri di manto bianco, Paese e frazioni sono isolati, anche i collegamenti fra casa e casa sono ardui. E sono gli sciatori gli unici a muoversi con disinvoltura e ad industriarsi per alleviare il disagio dei concittadini, facendo da «staffette» tra un isolato e l’altro. “In quella circostanza – ricorda ancora Giovanni Bonelli – mi fu affidato l’incarico di portare viveri e generi di conforto in tre differenti posti: al Voltone per una famiglia che abitava in un tugurio letteralmente sepolto sotto la neve (dovetti calare le provviste attraverso il camino), poi alla Rocca per il custode, la sua famiglia e un prigioniero e, infine, a Casole per una famiglia che da due giorni suonava il corno per chiedere aiuti.”
Già nei primi Anni Trenta lo sci fa proseliti a valanga. Nelle domeniche «bianche» da Rimini giungono col trenino numerose comitive di sciatori che invadono i campi da Borgo a Domagnano. Non mancano poi a San Marino gli appassionati di «bob» (però lo chiamano «oriolo»): le discese vanno dalla piazzetta del Titano al macello, sulle «scaranine» (gli slittini) si alternano bimbi, giovanotti e (numerosi) adulti.
Ci vorranno quarant’anni circa però per trasformare le «passioni» invernali in discipline sportive con tanto di federazione. Questa, la Federazione Sammarinese Sport Invernali, nasce appunto il 17 settembre 1970, forte di neanche trenta tesserati (ma nel 1971 saranno già 79, nel 1975 circa duecento e via di seguito in gran salita).
Il 5 febbraio 1971 debutta il Campionato sammarinese di sci, femminile e maschile.
Un mese dopo San Marino partecipa ai Giochi della Gioventù a Tarvisio con Deborah Michelotti, Cristina Sestili, Gianni Cardelli e MaurizioBattistini. E’ la Michelotti a cogliere la posizione di maggiore prestigio ed è ancora lei a ben figurare (assieme a Battistini) al «Trofeo Topolino» di Bondone, qualche giorno dopo.
L’inverno seguente, nell’Eremo di Carpegna, si ripete il Campionato sammarinese si slalom: vince P. Giorgio Micheloni la classifica maschile, davanti a Battistini e a Paolo Albertini; nella femminile la Michelotti è prima davanti alla Giusti e alla Sgarbi.
L’attività federale in campo internazionale, iniziata con la partecipazione alle gare per ragazzi del «Trofeo Topolino», viene notevolmente incrementata con la nascita, nella stagione ‘72/73 dello «Sci club San Marino-Pirovano» e la susseguente iscrizione alla FSSI di tre sciatrici «estere» di buona fama: Elena Matous, Roberta Quaglia e Monica Bonani. Presidente dello «Sci club» è nominato Pier Giorgio Micheloni.
Le «tre stelle importate» dello sci sammarinese fanno scrivere fiumi di inchiostro ai giornali sportivi (italiani e stranieri): c’è chi parla di «guerra bianca» tra la federazione italiana e quella sammarinese, esplode perfino un «caso-Matous». Elena, in effetti, fa letteralmente incetta di «piazze» prestigiose: vince il Campionato Europeo nella stagione ‘73/73 e nelle gare mondiali è sempre tra i nomi al vertice delle classifiche. Ciò non toglie che il «caso» sia in realtà una «montatura» (tutt’altro che sfavorevole, quanto a propaganda, per lo sci del Titano) in cui la stampa si diverte a sguazzare. I rapporti tra le due federazioni, infatti, restano cordialissimi.
Ma anche gli «indigeni» fanno la loro parte: Maurizio Battistini e Deborah Michelotti (stagione ‘73/74)si classificano nel gruppo di testa alla coppa «Roj Ski» a Madonna di Campiglio (15 nazioni europee partecipanti) e Battistini è quinto al Trofeo Omnia di scena a Campigna. Il 25 novembre 1975 gli sport invernali di San Marino entrano in lutto per la scomparsa dell’avv. Pier Giorgio Micheloni, presidente dello «sci club» e vice presidente nonché socio fondatore della Federazione.
Nel febbraio del 1976 San Marino partecipa alle Olimpiadi invernali di Innsbruck. Rappresentano i colori del Titano Giorgio Cecchetti e Maurizio Battistini, accompagnati da Settimio Lonfernini, Paolo Albertini, Marino Guardigli e Albano Sgarbi. Cecchetti e Battistini (il primoha 30 anni, il secondo 19) guadagnano posizioni onorevoli. Scrive di loro Gian Marino Maletto nel «Corriere d’informazione»: «Entrambi slalomisti, abitavano all’ultimo piano della palazzina che al villaggio olimpico ospitava lo squadrone italiano, ospiti modesti e rispettosi delle distanze. Comunque due sportivi veri. Mi piace ricordare questa squadretta ridotta all’osso, e pur così coraggiosa, con diciassette secoli di storia da portare sulle spalle e con la frenesia soltanto di arrivare in qualche modo a valle nei terribili slalom di Lizum. Dubito molto che di spirito tradizionalmente olimpico ne sia rimasta una sola goccia, nelle olimpiadi dei nostri tempi. Ma se per miracoloso caso qualcosa del barone De Coubertin è sopravvissuto, quei due di San Marino sono veri autentici sportivi, parola mia. Per questo, prima di voltar pagina, valeva la pena ricordarli».
Nel 1976 in verità lo sci sammarinese è ricco di iniziative e oltre ai due olimpionici sono parecchi gli sportivi da neve a mettersi in mostra: Romano Meloni, Gianni Cardelli, Mirko Vannucci, Enzo Gasperoni, Daniele Sammarini, Marino Guardigli (campione sammarinese di quest’anno). Leo Angelini, Paolo Albertini, Paolo Albertini, Marino Gualtieri, Aldo Freschi, Massimo Della Balda, Luciano Tomassini; tra le ragazze Cristiana e Giulietta Nigro, Ulla Michelotti, Margaret Mularoni, Antonella Cecchetti, Emanuela Stacchini e tra i giovanissimi Antonella Capicchioni, Francesco Cardelli, Riccardo Stacchini, Andrea Albertini, Giovanni e Adrea Lonfernini, Fabio Ferrini, Luca Liberti, Enrico Masi.
Nel marzo del 1977 sulla Marmolada si svolge la prima edizione del Trofeo «Pier Giorgio Micheloni», gara di slalom gigante: vince Giogio Cecchetti, davanti a Maurizio Battistini; nella categoria femminile il primo posto va a Cristiana Nigro.
Intanto la Federazione sammarinese moltiplica le sue iniziative per avvicinare i giovani agli sci e organizza dei corsi estivi per bambini di età inferiore ai 14 anni che si svolgono in località Marmolada.
Gli ultimi giorni di gennaio 1978 un sammarinese, Andrea Sammaritani, partecipa alla Marcialonga di Cavalese: cinquemila partenti (tra i quali «veterani» canadesi, nordamericani, tedeschi, neozelandesi): Sammaritani giunge 1223°.
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